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Fine della digitalizzazione?

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Fine della digitalizzazione?
Fine della digitalizzazione?© colourbox
La Germania scommette sulle innovazioni dirompenti. Presentiamo quattro idee che stanno per essere implementate.

Parte 3: Computer analogico

Quasi nessuna tecnologia ha cambiato così fortemente il nostro mondo come il computer digitale. In questo, il principio alla base della conoscenza è solo un modo di interpretare la realtà. L’informatico Prof. Bernd Ulmann spiega come si fa: si taglia la formulazione della domanda in tante piccole fettine e si risolve il problema passo per passo, il tutto guidato centralmente da un ordine impartito esattamente, ossia l’algoritmo. A tal fine, i comandi necessari vengono salvati nel computer.

Questo processo è sì di grande successo, ma si scontra con dei limiti. Uno di questi è l’immenso consumo energetico dovuto a miliardi di operazioni aritmetiche, che un computer deve compiere al secondo per risolvere problemi complessi. Anche le unità di calcolo, tradotte in miliardi di numeri, che si muovono parallelamente e che i super computer eseguono così velocemente, non possono essere aumentate a piacimento, in quanto esse non potranno praticamente mai diventare più piccole degli atomi utilizzati per la costruzione del circuito logico.

I computer analogici sono simili alle reti neurali

Per questa ragione, se si tratta di complesse questioni di natura scientifica, Ulmann intende far rivivere i computer che calcolano in maniera totalmente diversa, quelli dominanti fra gli inizi degli anni ´40 e la fine degli anni ´70: i computer analogici. L’informatico spiega che, laddove un computer digitale possiede solo poche unità di calcolo, che rielaborano semplici ordini in maniera estremamente veloce, un computer analogico è invece composto da una moltitudine di elementi di calcolo (dalla decina fino alle migliaia e, in futuro, addirittura al milione), che si innestano l’uno con l’altro. Anzichè procedere passo per passo, collegando miliardi di Bits, la formulazione della domanda in questo circuito viene, per così dire, riprodotta elettronicamente. Il risultato viene quindi letto mediante misurazione.

I computer analogici sono quindi simili alle reti neurali biologiche ed al cervello, in grado di rielaborare enormi quantità di informazioni, senza però consumare più energia di quanta ne consumi una lampadina da 30 Watt. Ulmann vede quindi un principale campo di applicazione anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale, la quale imita strutture di rete simili. Usate in modo intelligente, tali macchine sarebbero di gran lunga superiori ai computer digitali.

Diversamente dal computer analogico, per la cui funzione servono molti cavi, Bernd Ulmann sta lavorando ad un chip, sul quale possono essere configurati liberamente tutti gli innesti. I comandi arriverebbero tramite un computer digitale, che si collegherebbe col computer analogico ad un sistema ibrido. Al quotidiano faz.net, Ulmann ha dichiarato: „I computer analogici sono il secondo naturale passo verso lo sviluppo dei nostri sistemi informatici, al fine di ottenere maggiore efficienza di prestazioni ed energia.“

(Fonte: www.deutschland.de)


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